Intervento al V Congresso dell Rete degli Studenti Medi di Venezia

Domenica 26 maggio 2018, presso la sede CGIL di Mestre si è tenuto il V Congresso della Rete degli Studenti Medi di Venezia, nonché il 1° della Rete degli Studenti Medi di Portogruaro. Siamo particolarmente onorati dell’invito da loro rivolto al nostro presidente, Gianluigi Placella, a intervenire in rappresentanza dell’ANPI, in nome di una collaborazione ormai abituale e sempre proficua, calorosa, partecipata e per noi rassicurante. 

Riportiamo quindi il saluto e l’intervento del Presidente e il documento politico elaborato dalla Rete Studenti Medi.

A nome della Sezione Anpi Sette Martiri di Venezia saluto e ringrazio gli organizzatori dei congressi per l’invito; porto anche i saluti del Presidente del Comitato Metropolitano dell’Anpi Diego Collovini che quindi indirizzo in modo speciale agli studenti di Portogruaro ai quali faccio i migliori auguri per questo significativo cammino che hanno intrapreso.

L’Anpi, che nel 2006 ha aperto le sue iscrizioni alle generazioni del dopoguerra, sente l’impegno verso i fondatori e i Partigiani che ancora oggi ci sostengono, a cercare nelle nuove generazioni la voce che può continuare a parlare delle ambizioni e dei sogni dei giovanissimi combattenti della lotta di liberazione. Sogni ai quali hanno creduto e che si sono materializzati il 25 aprile, ma che hanno bisogno di chi li riprenda come traccia del suo vivere, affinché la Costituzione possa realizzarsi.
Questo richiamo mi dà lo spunto per fare gli auguri a Umberto Lorenzoni, il partigiano Eros, presidente del Comitato Provinciale Anpi di Treviso che la settimana scorsa ha compiuto 92 anni. A lui che in questo momento è convalescente in Ospedale auguriamo che si riprenda al più presto.

In rappresentanza dell’Anpi mi sento chiamato in causa dalla domanda: che cosa significa essere antifascisti, che cosa deve essere l’antifascismo oggi a distanza di 73 anni dalla liberazione?
La nostra risposta è che dire antifascismo è dire l’identità del cittadino di questa repubblica creata dalla Resistenza, in quanto ogni legge ed ogni comportamento è e deve essere ispirato alla Costituzione che dell’antifascismo è la realizzazione. Non ci si si può riferire alla Costituzione se non sentendosi logicamente, idealmente e nei fatti, antifascista.
E’ il fascismo la contraddizione di questa repubblica e della società che ad essa si ispira.

Le ragioni dell’invito a partecipare, in gran parte, sono state già accennate nel Documento Politico che ho trovata ampio, approfondito e con una precisa consapevolezza delle situazioni e dei ruoli.

Cambiare la scuola per cambiare il paese è un motto che consideriamo centrale: da una scuola che persegue il sociale, si forma una società che riconosce e sostiene la scuola; una società che rivendica l’applicazione dell’articolo 9 e cioè il diritto di crescere nella bellezza e nella cultura e nel libero e gratuito accesso ad esse. Un articolo che è sullo sfondo di un territorio in balia di una monocultura turistica che produce danni ambientali, lo svuotamento dell’anima della nostra città e la cementificazione della terraferma. Un turismo superficiale in cui si realizza il paradosso che per garantire la libera circolazione nei nostri spazi ai cittadini del mondo, si soffoca la stessa garanzia ai cittadini del luogo.

Su queste tematiche della libera circolazione, oltre che sul tema cruciale dell’economia come condizione di democrazia e altre questioni derivanti dal nostro far parte dell’Unione Europea, ci sarà occasione di approfondimento e di dibattito giovedì 31 maggio, nel convegno organizzato da Libertà e Giustizia, dall’Anpi di Mestre e dalla nostra Sezione di Venezia ed al quale invito tutti a partecipare.

A dimostrazione dell’intesa fra Anpi e mondo studentesco, voglio citare il titolo della tesi 4 che mi è piaciuto molto: “Da grande voglio fare il cittadino: la rappresentanza studentesca come primo approccio ai doveri civili”.

Questo impegno rappresenta la risposta concreta alle sollecitazioni che noi portiamo nelle scuole
parlando agli studenti di consapevolezza dei propri diritti come primo passo per la loro rivendicazione e la loro soddisfazione e l’assunzione di un ruolo responsabile nella società.
Ne parliamo anche con gli insegnanti, sottopagati ed emarginati, anche essi vittime di uno svilimento non casuale di un ruolo e di una funzione che dovrebbero essere centrali in una società che volesse investire sui cittadini dei quali favorire e sostenere le potenzialità.
Con quegli stessi docenti auspichiamo un coordinamento per risollevare la scuola pubblica e riportarla ad essere un “organo costituzionale” come fu definita da Calamandrei.
Una scuola che, come altri servizi-doveri dello stato, vien fatta scadere negando le risorse (è di due giorni fa un nuovo taglio di 160 milioni al fondo di funzionamento e a quello di miglioramento dell’offerta formativa) affinché possa risaltare, anche solo per contrasto, quando non con vere e proprie sovvenzioni, l’offerta delle paritarie o private; scuole, queste, che l’art. 33 della Costituzione vuole senza oneri per lo Stato.

Saremo perciò a fianco delle rappresentanze studentesche affinché la scuola torni ad essere davvero buona, cioè stimolo all’autonomia di pensiero ed allo stesso tempo vicina alle esigenze di una generazione in trasformazione e che insegni che il lavoro è un diritto fondativo della nostra Repubblica e non un’opportunità volatile da accaparrarsi anticipando sempre più, la disponibilità alla propria immissione nel mercato.
Apprezziamo e condividiamo i vostri richiami a questioni di principio nel segnalare le tante negatività del progetto alternanza scuola-lavoro, ma nei confronti di questo l’Anpi ha una posizione di critica più radicale. Già solo il termine “alternanza” equipara e mette in alternativa scuola e lavoro, dice cioè che, quando si lavora, si sottraggono ore allo studio.
Siamo contrari perché è un progetto che nasce da una politica sempre più condizionata da una economia liberista che vuole abituarci alla normalità del precariato, al lavoro non retribuito, allo sfruttamento del lavoro minorile; che vuole abituarci alla normalità delle morti sul lavoro che subappalti e tagli alle spese per la sicurezza stanno moltiplicando verso numeri inaccettabili e ai quali ribellarsi; un’economia che soprattutto vuole soggetti individuali in strenua concorrenza e che, nella frammentazione e nell’individualismo, sabota la rappresentanza dei lavoratori. Mentre l’attività di impresa, secondo l’articolo 41 dovrebbe muoversi secondo i bisogni della persona, si afferma, invece, la gestione spietata che piega i diritti fondamentali alle regole del massimo profitto.

L’intervento di Teresa Ruffato, responsabile organizzativo del V Congresso

Una situazione questa che rende centrale e ancora più impegnativo il compito per le rappresentanze sindacali come la CGIL, alla quali l’Anpi si sente vicina per le tante occasioni di collaborazione e che, anche per questo, oggi che che siamo suoi ospiti, mi sento di ringraziare.
Un altra delle questioni del presente e delle sfide future è infatti il concetto di rappresentanza dei lavoratori; in un epoca di confusione, di omologazioni e apparentamenti contro-natura in cui da sinistra si sono inseguite politiche di destra, il sindacato, chiamato dall’art. 39 della Costituzione a difendere gli interessi della parte debole del mondo del lavoro, per il mutato e frammentato contesto della realtà lavorative, è di fronte al compito ancora più impegnativo di prospettare nuovi scenari sociali da ridisegnare, per il recupero di un orizzonte di comunità solidale.

Nel solco delle prescrizione dell’art.3, siamo sulle vostre stesse posizioni nel rispettare ogni diversità, a partire dalla diversità per eccellenza, quella del genere femminile che, per primi, nell’Anpi siamo richiamati a mettere tra le priorità; auspico che anche nel contesto delle organizzazioni studentesche, la donna sia presente nella misura più ampia ed equa e significativa.

Infine il capitolo antimafia: questo mi vede anche personalmente in prima fila in quanto appartenente all’Associazione Agende Rosse fondata da Salvatore Borsellino per sostenere le indagini sui retroscena della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992 in cui furono uccisi il fratello Paolo ed i cinque agenti della scorta. Un tema da sempre difficile quello delle stragi, perché porta spesso a conclusioni scomode per il potere ufficiale come dimostra il silenzio calato il giorno dopo, intorno alla sentenza di un processo storico, quello sulla trattativa tra Stato e mafia in cui, insieme con mafiosi di primo livello, per gli stessi reati, sono stati condannati rappresentanti politici come Marcello Dell’Utri ed alti ufficiali delle forze armate.

L’insieme di tutti questi temi, di grande impegno per cittadini in formazione come voi studenti, rappresenta una grande sfida di partecipazione; sono temi che al contempo, entrano tutti nelle sfera di competenza dell’Anpi, che il suo statuto chiama al sostegno e alla difesa della Costituzione antifascista.
Tenendola sempre sotto gli occhi, sarà senza riserve la cooperazione e senza difficoltà la sintonia con tutte le forze democratiche che ad essa si rifanno.


 

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