L’intervento della Presidente dell’ANPI “Sette Martiri”, Enrica Berti, alla Commemorazione ufficiale all’Esedra di Via Garibaldi per l’80° dell’Eccidio dei Sette Martiri
Buongiorno a tutte e a tutti e grazie di essere qui, in questo 80° Anniversario di una tragedia tutta veneziana per come fu compiuta.
Non solo per l’efferatezza, purtroppo l’Italia è disseminata di lapidi che ne tracciano il dolore, davanti a cui si rinnova un ricordo che non deve essere fine a se stesso, perché non è questo il ruolo dell’ANPI, bensì quello di rinnovare la memoria per non rivivere i drammi del passato.
Non solo per la veloce conclusione cui arrivarono i tedeschi a stabilire che una sentinella era stata uccisa e quindi, per rappresaglia, sette uomini avrebbero trovato la morte per fucilazione davanti al luogo dove sarebbe avvenuto l’omicidio per mano partigiana.
Ma per la volontà di punire una parte della città, una parte di cittadinanza che era sempre stata ostile ai fascisti e ai nazisti e che doveva assistere allo spargimento di sangue di sette uomini reclusi politici.
Immagino abbiate notato la scelta ponderata con Matteo Alemanno (con cui abbiamo sviscerato e studiato ogni aspetto dell’evento che stiamo commemorando stasera), SCELTA PONDERATA di illustrare i testimoni, i piccoli testimoni costretti a guardare. A sinistra il più grande, col pugno chiuso, sembra che prometta vendetta per ciò che ha appena visto … di fianco un bimbo con gli occhi sbarrati … sembra impietrito … davanti a lui un bambino con gli occhi serrati continua a tenere le sue manine strette sulle orecchie, anche se gli spari sono finiti … la bimba con i codini che cerca di guardare tra le dita delle sue mani con grandissimo timore … e la bambina con la ciocca tra i capelli, che copre pietosamente gli occhi al fratellino, cui vuole evitare il ricordo del sangue davanti ai loro piedi. Il tedesco esprime – nella postura e con quella sigaretta tra le labbra – quella disumanità e indifferenza ai sentimenti e alle emozioni del gruppetto davanti a lui.
Al sangue ancora rosso vivo davanti ai suoi piedi.
Ed è per quel sangue che noi oggi siamo qui.
Un sangue che si è trasformato nell’inchiostro d’oro con cui è stata scritta la nostra Costituzione. Già, Venezia, nella sua unicità, esprime la bellezza armoniosa in ogni ambito, anche nello scalmo della gondola, che è una vera e propria scultura artistica: la forcola. Un giorno, entrando nella Bottega del decano dei remèri – Saverio Pastor – vidi due forcole da gondola laccate di nero che erano state riparate magistralmente ma le cui spaccature erano evidenziate con oro zecchino, a volerne valorizzare la ferita che può compromettere la funzionalità della forcola stessa ma che una volta riparata con la maestria e l’intervento di chi sa, di chi ha competenza, di chi ha professionalità, palesa che questo incidente del legno lo rende più forte, lo rende più vero. E infatti dal Giappone, come ci ricorda anche Tomaso Montanari nel suo libro “Se amore guarda”, molti musei occidentali espongono antiche ceramiche giapponesi rotte, restaurate con il metodo KINTSUGI, che ripara i danni con una preziosa doratura del mastice che tiene nuovamente insieme i pezzi. Rendere la ceramica più bella, rendendo la fragilità un punto di forza, di perfezione. Ogni ceramica diviene così unica ed irripetibile…
E allora quando diciamo spassionatamente convinti che la nostra Costituzione è la più bella del mondo, unica ed irripetibile, abbiamo assolutamente ragione. Ogni goccia di sangue versata dai nostri martiri si è trasformata in quell’oro zecchino grazie alla sensibilità, all’umanità, alla mente e alla generosità dei nostri costituenti. Ogni ferita è divenuta un punto di forza, di perfezione negli articoli della Carta costituzionale.
Ogni articolo della Costituzione, dal n. 1 che ha visto per esempio un lungo confronto sulla scelta se inserire la parola “lavoro” oppure “lavoratori”, nasce dalle tragedie vissute durante il ventennio fascista. Nasce da ogni prevaricazione, da ogni dolore, da ogni ferita, da ogni goccia di sangue versato.
E venne versato da italiani su territorio italiano.
Qui – 80 anni fa – i due fratelli Alfredo e Luciano Gelmi con Bruno De Gasperi di Trento (Regione Trentino-Alto Adige), Aliprando Armellini di Vercelli (Regione Piemonte), Girolamo Guasto di Agrigento (Regione Sicilia), Gino Conti e Alfredo Vivian (Regione Veneto) vennero uccisi davanti alla popolazione obbligata ad assistere ad una rappresaglia che non avrebbe dovuto esserci perché la sentinella tedesca morì autonomamente, cadendo in acqua per l’eccesso di alcol assunto la sera precedente dove pare ci fosse stata una festa nella nave della Marina germanica. Ed è bene ricordare la spudoratezza, l’arroganza dei tedeschi che con i fascisti hanno subito pensato ad un assassinio per mano partigiana. Ogni occasione era oramai utile per dimostrare ancora una volta la loro prepotenza e disumanità.
E su sette martiri innocenti, o colpevoli solo di aver fatto la SCELTA GIUSTA, si sono scaricate le armi dei tedeschi … sul petto di giovani appartenenti a quattro diverse Regioni italiane. E ci tengo a sottolineare proprio questo. Che non furono fucilati dei veneziani. NO! Furono fucilati sette uomini che, come tanti altri (ricordo per tutti quel Moro Turiddu della Regione Sardegna la cui lapide ne ricorda la morte proprio sul muro di Santa Maria Maggiore da cui vennero prelevati i sette Martiri) contribuirono a scrivere la Costituzione!
Combatterono qui da tutte le Regioni d’Italia il fascismo per ottenere la PACE!
E l’Art. 11 ce lo ribadisce ogni volta che apriamo la Carta! E oggi più che mai assistiamo sbigottiti all’espandersi mondiale della follia bellicista che invece di essere gestita dalla diplomazia si sta allargando a macchia d’olio, con orrore. Lo stesso orrore stampato sugli occhi dei bambini della nostra locandina … perché la GUERRA è ORRORE, è SOPRAFFAZIONE e non può mai essere la risoluzione di un conflitto! MAI!!!! Non si può oggi, nel 21esimo secolo, risolvere un contrasto politico, religioso o territoriale con la guerra! Allora significa che la storia non ha insegnato nulla! Che l’Italia e l’Europa rase al suolo non hanno insegnato al genere umano che il faro dell’agire deve essere l’umanità. Come diceva la nostra compianta presidente nazionale Carla Nespolo L’UMANITÀ AL POTERE!
Combatterono qui da tutte le Regioni d’Italia il fascismo per scrivere LIBERTÀ, GIUSTIZIA SOCIALE, SOLIDARIETÀ … perché fossero scritti gli l’Artt. 2 e 3 e il TITOLO V – “le Regioni, le Province, i Comuni” della nostra Costituzione.
Allora capirete bene che, vedendo Jesolo tappezzata di manifesti rosso mattone con su scritto “L’autonomia è legge! Grazie Lega”, mi sono chiesta: Grazie di che?! Ovvero, normalmente si ringrazia per una gentilezza ricevuta, un beneficio. E quindi?! Intanto, a sapere di cosa ringraziare, dovremmo cominciare dall’Ulivo, che nel 2001 introdusse l’ampliamento dei poteri delle Regioni modificando l’Art. 116. E le materie su cui, grazie a quella Riforma, le Regioni Ordinarie oggi possono ottenere nuove competenze, sono tali da far impallidire pure quelle a Statuto Speciale, che a questo punto vorrebbero tornare ad essere Ordinarie…: infatti Salute, Istruzione, Lavoro, Paesaggio, Sostegno alle Imprese, Istituti di Credito, Camere di Commercio, … l’Autonomia tributaria, il Coordinamento della finanza pubblica regionale … insomma, di fatto ogni Regione diverrebbe uno Stato semi-indipendente.
Se poi pensiamo che il Ministero degli Affari Regionali e Autonomie di Roberto Calderoli ha prodotto – in merito – un documento di oltre 80 pagine di elenchi di funzioni suscettibili di passare dallo Stato alle Regioni … ma che ogni Regione potrà scegliere quali funzioni assumere e quali no, già vi rendete conto della situazione caotica che potrà venire alla luce.
Mi preme quindi ricordare che Calderoli è proprio lo stesso ministro che nel 2009-10 appiccò il fuoco con un lanciafiamme a 375.000 leggi raccolte in faldoni nel cortile di una caserma dei VVFF di Roma, in cui abrogò pure la legge istitutiva di molti Comuni, della Corte dei Conti, del Tribunale per i minorenni e addirittura quella che aveva fondato il Corpo dei VVFF stessi! E così poi fu necessario fare il decreto “salva leggi” per evitare un raro caos normativo … e qui mi fermo…
Il ministro Calderoli e i tecnici che lo affiancano avranno ponderato la delicata questione del coordinamento, poiché i rami della P.A. incaricati di seguire le diverse funzioni avranno ambiti d’azione territoriale diversificati?: per esempio l’equivalenza farmaceutica potrebbe risultare statale in 8 Regioni ma solo in 6 rimanere tale anche per la distribuzione e l’erogazione dei farmaci …
Il ministro Calderoli e i tecnici che lo affiancano avranno valutato l’ovvia moltiplicazione degli Uffici burocratici e la perdita delle economie di scala (ovvero quel risparmio che esiste nella centralizzazione di una struttura, del personale, dell’organizzazione e dei beni strumentali) con l’aumento dei costi e, nel complesso, il peggioramento dei servizi?
Il ministro Calderoli e i tecnici che lo affiancano avranno considerato la difficoltà gestionale laddove già oggi ad esempio il Veneto chiede il riconoscimento di 23 materie, mentre la Lombardia di 20 e l’Emilia Romagna di 16?!
E se solo pensiamo a come è stata gestita l’emergenza Covid 19 dalle diverse Regioni (e la Lombardia non ha davvero dimostrato nell’autonomia sanitaria di brillare di eccellenza!), davvero è il caso di scrivere “Grazie Lega”??!!
No, nessun grazie! Considerando poi che l’iter sarà irreversibile (come ribadisce il professor Pallante nel suo libro “Spezzare l’Italia”) e non ci potrà essere nessun decreto che potremmo immaginare di chiamare “salva danni dall’autonomia differenziata” dobbiamo oggi firmare per il referendum e domani ribadire chiaramente che la Costituzione deve evolvere ma non deve essere stravolta!
No all’autonomia che mina l’integrità stessa della Repubblica!
E le combattenti per la libertà, le e i martiri per la libertà, tutte e tutti gli antifascisti che lottarono per una società in cui la giustizia sociale, la libertà di pensiero e di parola, la solidarietà fossero la base dell’inchiostro d’oro con cui fu scritta la Costituzione più bella del mondo, ci chiedono oggi di difendere quei valori per noi, per i nostri figli e per quelli che non comprendono che sono valori universali essenziali che non devono essere cancellati approfittando della poca consapevolezza di ciò che accadrebbe se davvero autonomia e premierato avessero il sopravvento.
Se vogliamo davvero oggi commemorare i Martiri che in tutta Italia sparsero il loro sangue da cui nacque la nostra Costituzione, difendiamola dallo stravolgimento che la legge sull’autonomia differenziata e l’elezione diretta del Presidente del Consiglio intendono fare, informiamoci ed informiamo sulle effettive conseguenze che tale riforma può portare alla democrazia. Non dobbiamo indottrinare, ma rendere consapevoli le persone.
Perché l’indottrinamento e la prevaricazione non sono costituzionali.
Non a caso non lo sono.
La nostra democrazia oggi sta rischiando di perdere la propria integrità repubblicana e noi abbiamo il dovere di difenderne i fondamenti.
Quindi, firmiamo, facciamo firmare e soprattutto quando ci chiameranno al voto, usiamo l’arma che i Martiri ci hanno consegnato nelle mani.
La matita copiativa.
Grazie dell’attenzione
Enrica Berti, Presidente della sezione ANPI “Sette Martiri” di Venezia