Quando il PD era con l’ANPI e la Costituzione

Ripubblichiamo un intervento di Cristiano Chiusso su Resistenza e Futuro, periodico dell’Anpi 7 Martiri, Iveser e Gl-Fiap del 25 aprile 2013, scritto all’indomani delle elezioni politiche del febbraio 2013. Allora nessuna critica veniva mossa all’Anpi nell’espletare uno dei suoi doveri statutari fondamentali, difendere appunto la Costituzione.

costituzione-della-repubblica-italiana-586x453Anpi soggetto politico autonomo

In occasione delle elezioni politiche dello scorso Febbraio, l’ANPI nazionale ha inoltrato ai principali partiti e movimenti politici un appello intitolato: “Per un’Italia rinnovata nei valori dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione”.
In questo documento leggiamo, tra le altre cose, che “la Costituzione è di tutti, garantisce i diritti e le libertà di tutti, anche delle minoranze; dovrebbe essere modificata solo con il consenso di tutti, o comunque di una larga maggioranza”; vi viene inoltre formulata una richiesta precisa: “ristabilire il principio della supremazia e della stabilità della Costituzione; mettere fine alla stagione delle riforme costituzionali di parte; approvare perciò una modifica dell’articolo 138 della Costituzione che, alzando la maggioranza prevista per l’approvazione di leggi di revisione costituzionale, e rendendo sempre possibile il referendum popolare confermativo, renda impossibili modifiche costituzionali imposte a colpi di maggioranza. Si otterrebbe, in tal modo, il risultato di mettere finalmente in sicurezza la Costituzione della Repubblica, così come è da tempo stabilito in altre grandi democrazie.”
Questo appello è stato sottoscritto dal Partito Democratico, da Sinistra Ecologia e Libertà e da Rivoluzione Civile (quest’ultima, poi, non riuscirà ad entrare in Parlamento); gli altri partiti non lo hanno firmato. Partiamo da questo semplice dato di fatto per una riflessione non tanto sulla politica italiana in generale, ma sul ruolo che un’associazione come l’ANPI può e vuole avere nel panorama politico.
Come si pone l’ANPI di fronte al nuovo Parlamento? 
L’affermazione del Popolo della Libertà e del Movimento Cinque Stelle significa infatti, tra le varie interpretazioni che si vogliano dare, anche l’affermazione di una coalizione e di un movimento che non si riconoscono nella Resistenza come valore fondativo di questo Paese. Significa, sommando i voti raccolti dalle due compagini politiche, che la maggioranza del Parlamento della XVII legislatura (questo sul piano proporzionale, non tenendo conto quindi del premio di maggioranza a vantaggio della coalizione vincitrice) non pone e non propone come valore la Costituzione, o meglio non nell’accezione che l’ANPI col suo appello ha voluto darle.
L’occasione ci pare preziosa per ribadire che valore dà l’ANPI alla Costituzione: liberazione, pace, democrazia, partecipazione, antifascismo, antirazzismo, solidarietà, accoglienza, convivenza. La Repubblica nata dalla Resistenza trova nella Costituzione la summa di valori fondamentali per la vita sociale di questo Paese, valori non più negoziabili in quanto rappresentano l’antitesi di ciò che il fascismo proponeva: autoritarismo, intolleranza, violenza, razzismo, odio, guerra. Essendo valori per l’ANPI non negoziabili, essi vanno difesi ad oltranza, perché rappresentano le ragioni e gli ideali per cui tanti giovani presero le armi 70 anni fa: per un mondo migliore, per un altro mondo possibile.
Gli attacchi che la nostra Costituzione – si badi bene, una delle costituzioni più progressive del mondo – da più parti e oramai da anni subisce, in nome di improbabili revisioni e aggiornamenti che spesso seguono logiche meramente elettorali, la pongono non più al sicuro. L’ANPI non è un partito politico, né ha velleità di esserlo; tuttavia è un soggetto politico autonomo che persegue una propria agenda politica. Essa si esplica principalmente in due versanti: sulla Resistenza e sul Futuro. Sulla Resistenza, attraverso la memoria storica di quel che fu il fascismo in Italia e della lotta antifascista che contribuì a sconfiggerlo. Sul Futuro, attraverso la riproposizione della Costituzione quale esempio che trova, oggi, una sua fertile applicazione nelle politiche della cittadinanza attiva, ovvero della partecipazione consapevole e responsabile di tutti i cittadini alla vita pubblica del Paese. Oltre alla titolarità dei diritti, quindi, anche la responsabilità di esercitarli, dando ad ogni singolo cittadino la possibilità di farlo. Alla loro estensione, disseminazione, difesa, rafforzamento si impegna l’ANPI nella sua azione politica: per una piena attuazione del costrutto per noi fondamentale di democrazia. Per tutti, di tutti, nessuno escluso.

Cristiano Chiusso, Comitato Scientifico ANPI – Venezia Università Ca’ Foscari


I documenti citati:

Appello dell’Anpi per un voto che rigeneri il Paese

Lettera ai candidati alla Presidenza del Consiglio

Le risposte dei candidati alla Presidenza del Consiglio

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