Comunicato sui fatti di Como

La Sezione “Sette Martiri” di Venezia esprime la sua solidarietà ai cittadini della rete “Como senza frontiere”, per l’abuso intimidatorio da parte dei componenti del Veneto Fronte Skinheads di cui sono state vittime. E condivide l’appello di tante associazioni e cittadini democratici alle Istituzioni perché, le leggi che vietano il riproporsi di manifestazioni fasciste, si traducano in azioni concrete affinché la nostra stessa democrazia non sia violentata. La violenza fatta a quei cittadini è violenza alla democrazia, all’articolo 21, su cui si fonda il vivere civile secondo la nostra Costituzione.
Non si può consentire che gruppi che fanno della discriminazione e dell’intolleranza più feroce, la base delle loro idee deviate, si richiamino a quel diritto mentre comprimono e sopprimono la libertà altrui di associarsi ed i esprimersi.
Non ci sarebbe bisogno di altro per dimostrare tutta la carica eversiva del progetto di quelle formazioni, che, provocatoriamente, addirittura si dichiarano loro stesse vittime di discriminazioni.
La cronaca sta dimostrando sempre più spesso l’impotenza di semplici cittadini democratici, o anche di singole associazioni, ad arginare queste tracotanze che si considerano sempre più legittimate da risposte lente, scoordinate, quando non tiepide o contraddittorie e perciò per nulla incisive delle istituzioni. Abbiamo dimostrazioni ormai evidenti che non può bastare l’insegnamento dell’antifascismo, se questo viene nei fatti equiparato, quanto a diritto di manifestare, a quel fascismo che quel diritto ha sempre negato.
Al fascismo non può essere riconosciuto alcun ruolo politico in una repubblica democratica come quella italiana perché chi è cittadino di questa Repubblica è antifascista per via di Costituzione e chi è fascista è anticostituzionale e perciò ostile alla Repubblica. Il fascismo è fuorilegge in Italia e deve ogni giorno essere dichiarato fuorilegge.
Facciamo perciò appello ancora una volta, alle più alte istituzioni dello Stato, perché provvedano. Finché siamo in tempo. Se infatti, l’errore dell’Aventino poteva essere motivato dall’aver sottovalutato le finalità eversive del fascismo, da tempo i segnali di restaurazione di quelle aberrazioni dell’umanità sono tanti e così evidenti nella loro quotidianità che non avremmo più scusanti di fronte alla civiltà e alla Storia.

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